mercoledì 22 ottobre 2014

Dieci dimensioni per me (posson bastare) - (estratto da HOMI sweet HOMI)



HOMI, la casa a 10 dimensioni, si tiene negli spazi espositivi della Fiera di Rho.


I dieci satelliti del pianeta casa sono: living habits, home wellness, fragrances & personal care, fashion & jewels, gift & events, garden & outdoor, kid style, home textiles, hobby & work, concept lab. Dovesse tornare l’autarchia, per HOMI sarebbe un bel casino.



La manifestazione è aperta solo agli operatori di settore.


(Come scoraggiare eventuali visitatori occasionali?, devono essersi chiesti. Questa mi sembra la risposta giusta)

Se si raggiunge la Fiera con la metropolitana, una volta arrivati al capolinea, bisogna percorrere un lungo corridoio sotterraneo



servendosi magari dei tappeti mobili.


(Già non sopporto quelli che sui tappeti mobili camminano, me ne sfugge proprio il senso filosofico – Vuoi camminare? Cammina – figuriamoci quelli che si trascinano anche le valigie costringendo tutti a farsi da parte)

Entro a HOMI. Non so in quale dimensione mi trovi ma come mi suggerisce



deve trattarsi di “minchieits & fuffa”.

Il padiglione in cui sono è infatti dedicato all’oggettistica, da regalo e non. 

Si tratta di un luogo pieno di idee, come confermato da



che mette in mostra le



e le



e gli




e i


(Normali, non allegri)

Ci sono moltissimi espositori stranieri, come questi tedeschi il cui prodotto di punta sono delle bambole nerdy Chucky che fanno la lingua.





Sempre nello stesso stand scopro un oggetto per veri pigri: la palla di neve a batterie autoinnevante.



Ci sono anche diversi stand di ispirazione new age, come quello che ripropone un grande classico degli anni ’70, il mood ring





messo in vendita a un prezzo… a un prezzo… a un prezzaccio.



Interessante è anche il MyMix



che promette un caleidoscopio di profumi.


(Alcune idee:
Cannella+Bergamotto=Canotto
Lavanda+Gelsomino=Lavandino)

Poco più avanti mi imbatto in una ditta specializzata in saponi che propone centinaia di saponi diversi (ma in fondo uguali. In questo caso si può dire a ragione: The sky’s the limit).





(C’è anche il sapone di Jovanotti. The sky’s the limit, appunto)

Una buona parte del satellite è dedicata all’oggettistica da cucina.


(Che slogan, eh? Si vede che dietro c’è tutto un pensiero)

Differenziarsi dagli altri – innovando nel solco della tradizione – non è ovviamente facile, ma ci si prova.


(Anche sorvolando su “brioso”, “cucina sana e salutare!!” perché?)

(Anche sorvolando su “gioioso”… no, dai, non si può sorvolare)

Fra gli altri gadget, una menzione d’onore per il sale & pepe WTF a forma di tulipano


(Design esclusivo, eh, non la solita merda di plastica disegnata da un figlio del Talidomide e fatta in Cina)

e le caffettiere pensate per i “giovani”.


(Dire che fanno schifo non renderebbe a sufficienza l’idea, per cui mi limiterò a dire che fanno schifo al cazzo)

Passando dalla cucina al bagno, la grande innovazione del momento (proposta e riproposta in più stand) sembra essere il sedile morbido da cesso.


(È di fronte a prodotti come questi che vengo sempre colto da una vertigine di speranza verso il futuro. Perché uno magari pensa “Cosa ci sarà mai da innovare nel campo dei sedili da cesso?”, poi si trova davanti a cose del genere. Non oso neanche immaginare cosa potrebbe accadere fra due o tre anni: sedile morbido e profumato?)

M’imbatto poi in uno stand di confetti capace di ribaltare completamente le mie ristrette visioni sul mondo dei confetti.







(E pensare che io ero rimasto all’antica dicotomia “mandorla vs. cioccolato”. Anche qui mi pare di poter dire: The sky’s the limit)

Nello stand delle stronzate (uno potrebbe dire “Perché, quelle che ci hai mostrato finora erano Uova di Fabergé?”, no, però qui siamo oltre) vengo a contatto con quello che sarà il tormentone della giornata, cioè “Ennò, lei non può fotografare, deve prima chiedere il permesso”.

A dirmelo è una signora che sta all’interno di un megastand di prodotti cinesi dove si vendono gadget originalissimi tipo questo


(Già mi immagino le orde di spie internazionali pronte a rubare il segreto industriale del porta accendino a forma di tette)

o questo



Un bell’oggettino, da mettere un po’ su tutto. Disponibile, volendo, anche nella versione “pari opportunità”.


Per non stare a discutere con la signora – nell’arduo tentativo di convincerla che non voglio rubare l’idea del cappellino con il cazzo – mi limito a dire che sono un giornalista e di fronte all’occhiata diffidente che ricevo come risposta (giustamente, direi, sei un giornalista e fotografi ‘ste puttanate?) mi vedo costretto a estrarre il tesserino. La signora abbozza e se ne va. Io proseguo il mio giro approdando qui


dove mi viene riproposta la manfrina del “Ma lei che fotografa a fare?” (in questo caso, devo dire, più a ragione, visto che mi son messo a fotografare diversi biglietti). 

La mia risposta non cambia: sono un giornalista, ecco il tesserino (il tutto, coltivando la segreta speranza che questa faccenda non vada avanti tutto il giorno alla stregua di “Chi siete? Cosa fate? Cosa portate? Un fiorino”).




Nello stand trovo biglietti per tutti i gusti e per tutte le occasioni


anche se i più belli rimangono quelli con i doppi sensi a sfondo sessuale.



(Si tratta di una sorta di evoluzione delle cartoline umoristiche dei militari sotto la naja – quelle dove c’erano sempre le donnine tettute – piuttosto in voga negli anni ’60-’70)

Il proprietario dell’azienda non sembra accontentarsi del mio generico ruolo di giornalista e tenta di indagare più a fondo: “Ma quindi lei farà un articolo…”.

Mi rendo conto che non posso più rimanere sulla difensiva. Decido quindi di passare al contrattacco e butto lì parole come “progetto”, “fiere” ed “Expo”. Davanti alla mia micidiale sequenza di colpi, lo vedo barcollare. È il momento buono per il K.O. Così gli tiro un uppercut finale, “e-book”, prima di svicolare velocemente verso un’altro padiglione.


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HOMI sweet HOMI è disponibile su Amazon, Ultima Books, BookRepublic, Kobo, IBS, laFeltrinelli e in tutti gli altri store digitali.




lunedì 13 ottobre 2014

HOMI is where you are


Sono stato a



dove ho trovato le scarpedemerda



le frasette-verità simili ai post in grafica degli analfabeti funzionali di Facebook



il sapone di Jovanotti



i bigliettini coi doppi sensi



i confetti dai gusti tutti matti



l'arte con echi fascio floreal fruttariani cimiterial presepiali



i cinesi che se la dormivano



ma soprattutto il cappello che si sta imponendo come la vera tendenza fashion di questa stagione invernale ormai alle porte.



(Disponibile anche nella versione "pari opportunità")


Di tutto questo ho scritto in



Prossimamente su questi schermi. In 10D.