lunedì 2 febbraio 2015

Hotel La Pineta (estratto da MondoCaccia MondoPesca)

Dopo l’esperienza fatta a Igea Marina con l’Hotel Garden, e quella di Torino con l’Hotel Romano, la sensazione che il mio progetto di reportage sulle fiere si stia in realtà trasformando in una rassegna sugli alberghi più scalcagnati d’Italia diventa sempre più concreta.


L’Hotel La Pineta, che ho provveduto a prenotare con un certo anticipo, si trova proprio di fronte al complesso fieristico di Marina di Carrara. Si tratta ovviamente di una struttura adatta principalmente alle ferie estive, ma confido che la comodità della posizione (e il costo più che accettabile: 40 euro) possa controbilanciare una certa, diciamo così, sobrietà della struttura.

Qualche dubbio, in realtà, avevo iniziato a coltivarlo fin da subito. Non tanto per aver visto il sito

(Con la sua grafica so ’98)

quanto perché dopo una settimana, la mia richiesta di prenotazione


non aveva ancora ricevuto alcuna risposta.

Alla fine, tuttavia, riscrivendo e sollecitando ero riuscito a prenotare.

Quando arrivo, mi rendo subito conto che la situazione è di gran lunga peggiore di quello che avrei potuto immaginare. A parte il fatto di essere l’unico ospite, l'albergo è tenuto piuttosto male e alla mia domanda se ci sia il wi-fi vengo accolto da uno sguardo smarrito come se avessi chiesto la disponibilità di una navicella spaziale per Marte.

La camera è piccola, si entra a fatica


e per motivi a me sconosciuti sulla porta del bagno c’è la scritta

(L’unica spiegazione che sono riuscito a darmi è che la camera, che si trovava al piano terra, fosse stata ricavata da quella che originariamente era una sorta di hall. Il bagno era quindi per i clienti del ristorante. Quando ancora esisteva un ristorante)

Sulla parete di fronte al letto si trova un misterioso aggeggio in plastica


dotato di interruttori.


Per capire a cosa serva, sono costretto ad aprirlo.

(Alla fine ho scoperto che era un erogatore automatico di essenze profumate. Era stato. Fu)

Tutto dimostra poca cura, tutto è mezzo rotto, scrostato.


La tenda della doccia è addirittura tenuta su da una catenella intassellata nel soffitto.


Inizio a capire perché Cesare Pavese si sia ucciso nella stanza di un albergo.

Decido quindi di uscire.


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